Pare che il vicentino ultimamente affolli i miei pensieri con i suoi panorami, le sue vicende storiche, i sentieri per incursioni nella sua splendida natura, alimentando la voglia di scoprirne di più su questo territorio. Oltre al Pasubio e alla sua affascinante e insolita Strada delle 52 gallerie, accoglie un altopiano che sicuramente avrete sentito nominare, quanto meno a tavola. Asiago è il nome che spesso risuona in conversazioni di bellissime escursioni in ambienti montani e di buonissimi taglieri di formaggio a marchio DOP. In lingua cimbra Slege, è una macchia verde intenso di praterie che si estendono su una pianura d’alta quota, interrotta solo dagli alti campanili delle chiese; Asiago, è una perla alpina e la più importante località dell’omonimo altopiano. Altrimenti conosciuto come l’Altopiano dei Sette Comuni si estende a cavallo della provincia di Vicenza e quella di Trento, un pianoro ricco di biodiversità, panorami indimenticabili e storia, anche di quella recente che racconta avvenimenti che sconvolsero l’umanità, di cui è bene mantenerne la memoria.




L’Altopiano, trovandosi all’epoca al confine tra il Regno d’Italia e l’Impero austro-ungarico, fu triste teatro della Grande Guerra (1915 – 1918) e tutt’oggi porta i segni delle cruenti battaglie che qui ebbero luogo fra le forze armate italiane e quelle austro-ungariche. Asiago come anche altri paesi dell’altopiano, furono letteralmente rasi al suolo e le perdite umane furono ingenti. Nel dopoguerra, fu realizzato il sacrario del Leiten, un complesso monumentale che accoglie e commemora le spoglie dei soldati caduti, quasi 20.000 i militari austroungarici che qui persero la vita e oltre 34.000 quelli italiani. Fu teatro anche della resistenza durante il secondo conflitto mondiale, le opposizioni dei partigiani all’armata tedesca sfociarono in aspre battaglie e in eccidi come i tristemente noti eccidio di Marostica e l’assassinio di Malga Silvagno. Un periodo nero della storia dell’Altopiano come d’altronde per il mondo intero, le cui tracce ad oggi sono ancora ben visibili anche compiendo un’escursione: le montagne maciullate dalle bombe e dai colpi di mortaio, forti, osservatori e le lunghe trincee, fosse di sofferenza e follia, un museo di storia contemporanea a cielo aperto.


Ma ovviamente l’Altopiano di Asiago non è solo guerra e tristi eventi; mettendo da parte la cupa parentesi, è quanto di più bello ci si possa aspettare da una località montana. La quiete, la natura incontaminata, la tipicità e l’eleganza dei suoi paesi, primo fra tutti Asiago, i suoi prodotti locali, sintesi di genuinità e bontà da gustare nelle tante malghe e nei rifugi alpini.






Una terra da godersi con tutti e cinque i sensi e in qualsiasi momento dell’anno, sia quando il manto della regina bianca rende il paesaggio candido e incantevole, sia quando la natura si risveglia, ideale per lanciarsi in lunghe giornate zaino in spalla, alla scoperta degli splendidi panorami alpini.
Penna di Benedetta Perissi
La colonna sonora per esplorare questi luoghi?
