Il Chianti. Che è famoso nel mondo per il suo pregiato vino si sa, che si trova nel cuore della Toscana e si estende tra le città di Firenze e Siena altrettanto. Che dire, il report informativo è terminato, si passa all’invito.
Un invito non tanto a leggere di questa terra, bensì ad andarci e ritornarci, a godersela con tutti i sensi di cui si è dotati. Godersi le sue dolci colline, i rigogliosi boschi, le ordinate coltivazioni di vigneti e ulivi, i suoi deliziosi borghi, il suo paesaggio unico, la sua enogastronomia unica. Ma, giusto per appetire, due parole in più sulla Contea vale la pena leggerle.
Percorrendo la via Cassia, antica via consolare romana che attraversa l’area, si possono rivivere i viaggi dei mercanti e dei pellegrini medievali che dal nord Europa si recavano a Roma. Così si attraversa un territorio punteggiato da edifici dell’epoca: abbazie, pievi e chiese, castelli e piccoli borghi medievali testimoniano una storia che affonda le radici in tempi molto lontani. Un passato che ha visto le rivali Siena e Firenze contendersi questa preziosa terra, fin quando, nel sedicesimo secolo, la famiglia de’ Medici impose la sua egemonia sull’intera Toscana.
Il nome Chianti dovrebbe attribuirsi solo ai comuni di Gaiole, Radda e Castellina (dette appunto “in Chianti”), territori che componevano l’antica Lega militare fiorentina del Chianti. Attualmente, in virtù anche della legge sulla denominazione dei vini, con tale termine si comprende sia i territori della Lega che quelli fiorentini di San Casciano e Tavernelle nella Val di Pesa, di Greve in Chianti, di Barberino in Val d’Elsa e quelli senesi di Castelnuovo Berardenga e parte di Poggibonsi. Solamente i vini prodotti in questi comuni possono fregiarsi del nome Chianti Classico e sono contrassegnati dalla celebre etichetta Gallo Nero.
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Una terra conosciuta per le sue bellezze naturali e i suoi prodotti. Al famoso vino si aggiunge un eccellente olio d’oliva DOP, tanto che è divenuta la meta per eccellenza del turismo enogastronomico. Inoltre, trekking, mountain bike e molte altre attività outdoor vengono praticate fra i verdi vigneti come anche fra le caratteristiche vie dei piccoli e affascinanti borghi, che spesso furono teatri di vicende storiche animate e custodi di beni artistici e leggende.
La Lega del Chianti
43° 29′ 13.386″ N – 11° 22′ 28.921″ E
Radda, Castellina e Gaiole, in Chianti ovviamente, sono la trilogia classica che più classica non si può di questa terra. Secoli e secoli fa, fino ad arrivare al 1300 d.C., al 1384 per la precisione, fu istituita la Lega del Chianti, l’organizzazione militare della repubblica fiorentina che aveva scopi difensivi del territorio, scopi che diventarono poi amministrativi per l’assenza di necessità di proteggerne i confini e volti alla gestione e coltivazione della terra. Lega che amministrava una terra molto ampia tanto da dover esser suddivisa nel terziere di Radda, terziere di Gaiole e terziere di Castellina. Oggi, dopo la soppressione della Lega per volere del Granduca Pietro Leopoldo, sono tutti comuni, i 3 comuni del Chianti Classico, i 3 borghi per eccellenza del Gallo nero, il gallo rampante che compare sulle pregiate bottiglie del Consorzio Vino Chianti Classico, stemma preso in prestito proprio dall’antica Lega. Tre borghi ad oggi della provincia di Siena che conservano da secoli l’essenza di questa terra, da godersi passeggiando all’interno delle antiche mura con qualche sosta enogastronomica ovviamente e conseguente scampagnata nei dintorni fuori dalle mura, altrettanto ovviamente per smaltire la lauta pausa pranzo.
Panzano in Chianti
43° 32′ 41.654″ N – 11° 18′ 57.148″ E
Di origini romane, si estende sul crinale che separa la Val di Pesa e la Val di Greve, a metà strada tra Greve in Chianti e Castellina in Chianti. Del periodo romano rimane la Senice, strada lastricata ancora oggi praticata. Il castello, la chiesa, il centro storico risalgono tutti al periodo in cui il paese visse il suo maggior splendore: il medioevo. La parte volta a solatio di Panzano che degrada verso la Pesa è denominata Conca d’Oro, così denominata per la forma dei fianchi delle colline circostanti a cingere la vallata e per il fatto che qui vi era un’estesa coltivazione di grano che in estate risplendeva in tutta la sua doratura ambrata, tanto da sembrare una conca d’oro. Una conca d’oro che lascia poi il posto a vigneti, oliveti e boschetti di querce, la campagna più suggestiva.
Montefioralle
43° 34′ 50.695″ N – 11° 18′ 11.421″ E
Nato come monastero fortificato nel 931, l’antico borgo già Monte Ficalle sorge su una collina che sovrasta Greve a 250 metri di altezza e prende spunto per il nome dalle numerose piante di fico che crescevano sulle pendici del poggio. Qui avevano residenza molte nobili famiglie: i Gherardini, i Ricasoli, i Benci, i Vespucci, la casa dove abitò il grande Amerigo spicca per la sua signorile eleganza. Appena fuori le mura invece, l’essenziale pieve romanica di San Cresci, immersa nel paesaggio chiantigiano; ma la cosa veramente degna di nota e di essere annotata è la Festa delle frittelle, a marzo.
San Gusmè
43° 23′ 16.863″ N – 11° 29′ 53.534″ E
Piccolo borgo fortificato risalente al XIV secolo. All’ingresso vi è una singolare statuetta in terracotta: il Luca Cava è un ometto raffigurato nell’intento di espletare i propri bisogni quotidiani. La leggenda vuole che, alla fine dell’Ottocento, l’oste del paese, stanco di dover pulire la sporcizia dei suoi maleducati avventori, costruì uno stanzino esterno con la scritta “Bagno Pubblico”. Ma essendo i clienti analfabeti nessuno lo usava e decise quindi di fare un statuetta che ne illustrasse lo scopo.
Vicino a San Gusmè si erge il castello di Brolio. Di origine longobarda, dal 1240 ad oggi appartiene alla nobile famiglia dei Ricasoli da Cacchiano. A causa della posizione strategica per il controllo dell’area del Chianti, fu palcoscenico di molte battaglie di frontiera che si perpetuarono dal ‘300 fino alla metà del XVI secolo. Ad oggi è visitabile ed è un’azienda agricola che produce i classici sapori del Chianti. Inoltre al suo interno ospita un albero monumentale unico in Italia, la Sterculia platanifolia, femmina; l’altro esemplare, maschio, si trova nel bolognese.
Penna e scatti di Benedetta Perissi
Altre foto: Luca Cava – San Gusmè, Chiesa di Santa Maria a Spaltenna – Gaiole in Chianti, Castello di Brolio e i vigneti di Mirella Bruni, Radda in chianti 04 di Gee, Radda in Chianti di Bawoodvine, Streets of Castellina in Chianti di Ania Mendrek, Gaiole in Chianti di Aalh1.
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