Sono 7 le perle del Tirreno, ma una soltanto lascia un indomito segno nel cuore di chi l’ha vissuta. Per un giorno, una settimana, per un mese, non importa, Capraia lascia il segno, selvaggia e bella com’è. Del Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano ne è stato il primo nucleo, selvaggia e bella com’era. Brulla, è dominata dalla macchia mediterranea e domina l’uomo che la visita: la natura impera, l’uomo la contempla. La sua scogliera vergine si incunea nel blu intenso come la voglia di tornarci, viverla e riviverla si incunea nella mente.

Come viverla? In barca è senz’altro una buona scelta, ma altrettanto l’azzecca chi decide di viversela a piedi. L’isola è irradiata di percorsi escursionistici, che conducono alla scoperta di angoli nascosti e panorami inediti altrimenti.

43° 0′ 9.718″ N – 9° 48′ 37.333″ E

In circa tre giorni, a piedi si gira quasi tutta l’isola, che è la terza per estensione dell’arcipelago dopo Elba e Giglio per la precisione, e la difficoltà dei trekking che offre sono vari e per tutti. Per esempio, per raggiungere la bellissima Cala dello Zurletto basta un brevissimo trekking di 20 minuti che ha inizio dal paese, facilissimo quanto bellissimo sarà immergersi nelle acque limpide che bagnano questa cala. Un po’ più impegnativo da un punto di vista fisico, dato il dislivello in salita iniziale, ma percorribile facilmente, è l’itinerario trekking che conduce nell’area dell’ex carcere; salendo lungo la strada sterrata, oltre ai bei panorami sul porto e oltre, si stagliano gli edifici abbandonati dell’ex casa di pena, in un’atmosfera quieta e al contempo turbata dalla storia del declino materiale e umano di quegli edifici.

Se vuoi provare un’esperienza autentica a Capraia, prova l’escursione Capraia, l’isola del tesoro.

Per aspiranti selvaggi un po’ più allenati, il trekking che porta alla Punta dello Zenobito è ciò che fa per loro; su mulattiere cinquecentesche, fra una fitta macchia mediterranea, al cospetto di panorami che si aprono fino al dito corso che mai altrove sembra così vicino. Per terminare, dopo circa 8 km e un bel dislivello (partendo dal paese) e un tratto finale di sentiero piuttosto disconnesso, alla Punta dello Zenobito; la bellissima Punta dello Zenobito, con la sua torre d’avvistamento, la spettacolare scogliera e la caratteristica terra rossa che dà il nome alla cala che fiancheggia il promontorio dove è stata costruita la torretta. Promontorio che altro non è che il camino di uno dei due antichi vulcani dell’isola. Dopo essersi goduti questi paesaggi unici però c’è da tornare indietro, tener conto quindi di dover fare un percorso trekking di 16 km circa, con un bel dislivello, senza copertura arborea, ma dall’infinita soddisfazione.

Penna e scatti di Benedetta Perissi

La colonna sonora per esplorare questi luoghi?

grafica trip magazine
Torna su