Lontano, lontano come se tu dovessi valicare le Alpi e sconfinare nella più remota regione dell’Europa settentrionale, almeno per un toscano. Invece è al di qua delle Alpi, in territorio tutto italiano, nell’alta Valtellina; raggiungere il paese di Livigno prevede un lungo viaggio, per la distanza chilometrica effettiva e per le strade non scorrevolissime nell’ultimo tratto che separa il viaggiatore dal suo arrivo. Si trova a un passo dal confine svizzero e con i suoi 1.816 metri di altitudine, è il comune più alto d’Italia e il secondo più alto d’Europa dopo il francese Juf. Un piccolo Tibet tricolore, come viene definito. Insomma se non sei un sondrïése e il teletrasporto ancora non lo hai messo a punto, si prospettano diverse ore di percorrenza e non a piedi. Ma appena arrivato il tuo cuore inizia a scalpitare come i tuoi piedi. Il delizioso paese di Livigno è circondato dalle sue omonime, maestose, Alpi, due passi nel suo centro, un bombardino e immersioni nei suoi paesaggi alpini, è tutto ciò che desideri per il resto dei giorni di permanenza. Aggiungerei anche qualche immersione in acque bollenti raccolte in una botte adibita a vasca, con temperatura esterna sotto lo zero e il panorama montano che fa da cornice; in due parole, relax e terme, anche nella vicina Bormio.

46° 32′ 16.082″ N – 10° 08′ 10.739″ E
Dimenticavo, neve, neve ovunque, un paesaggio ricoperto dalla magia del candido manto per gran parte dell’anno. L’unica frazione di Livigno, Trepalle, è il posto più freddo d’Italia e tocca gli zero gradi anche nel periodo estivo; situato al limitare dell’alta Valtellina, più precisamente in Valle Engadina, è posto a 2.069 metri di quota. Ambiente in cui la regina bianca regna, d’ispirazione per appassionati di attività outdoor ma anche per animi d’arte e penna facile.
Lacrime di fiocchi gelati,
anemico paesaggio spettrale,
ovatta fredda sui tetti,
prismatiche frange di ghiaccioli,
fiumi di vetro sotto zero,
irreali e fatate sculture,
brillanti di neve al sole,
alberi viventi dalle foglie morte,
bianchi capelli d’erba,
bulbi ibernati in attesa della schiusa,
fauna che sopravvive, che dorme e che muore,
cannoni che sparano… neve,
passeggeri che volano con funi d’acciaio,
mezzi cingolati che gattonano sui monti,
sterco d’auto nell’aria salubre,
piste per piloti sciatori,
salti in lungo con ali ai piedi,
sguardi umani nel freddo silenzio senza volto.
Il malinconico omaggio dello scrittore genovese Carlo Vettorello, anno 1939; righe poetiche di un estro annoiato ma al contempo stimolato da Livigno, dalla sua regina e i suoi rigidi quanto suggestivi paesaggi innevati.
Ogni sport outdoor è praticabile in questa valle, con gli sci o la tavola da snowboard ai piedi per bianche giornate di avventure, sono circa 150 i chilometri di piste fra quelle da discesa e quelle dedicate allo sci di fondo, ma per godersi appieno i suoi paesaggi invernali e surreali, quel che dovete mettervi ai piedi sono le racchette da neve o ciaspole o drezola in livignasco, che permettono di inoltrarsi nei boschi anche con la neve alta e non battuta.
Sono molti gli itinerari per ciaspolate che conducono alla scoperta della meravigliosa natura candida e in riposo che circonda Livigno, molti sono anche quelli facili e alla portata di tutti. Eccone tre nelle vicinanze del paese e con bei panorami sulla valle, che possono essere un trampolino di lancio per ciaspolate più impegnative: Crap della Parè, Sentiero d’Arte, Giro delle Tee.
Calato il sole e riposte le ciaspole, tra un passo e un altro in paese, ci si può lasciar ammaliare dalle vetrine e dedicarsi a ore ed ore di shopping. La lontananza dai centri maggiori e le vie di comunicazione poco sviluppate, resero Livigno un’area isolata per la maggior parte dell’anno; oggi come allora, anche se le vie di comunicazione sono state implementate, Livigno è zona duty free, esente da alcune tasse e quindi molto conveniente per gli acquisti. Lontano ma conveniente, lontano ma splendido.
Penna e scatti di Benedetta Perissi
La colonna sonora per esplorare questi luoghi?
